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San Rocco,
la prima sede

L'Istituto ha avuto la sua prima sede nel complesso monastico di San Rocco (Vicenza), in cui è rimasto dal 1975, anno della sua fondazione, fino al 2014, quando, dovendo il complesso quattrocentesco essere restaurato, si è trasferito in Palazzo Giustiniani.

La chiesa e il monastero

L'edificazione della chiesa di San Rocco fu voluta dal Comune nel 1485, dopo che si erano verificati proprio in quel borgo alcuni casi di peste. L’esecuzione si protrasse a lungo ed il piano iniziale fu modificato verso il 1530, quando la chiesa fu prolungata verso oriente e fu innalzata la nuova facciata. L’architetto cui si deve il progetto è Lorenzo da Bologna, ma esso fu portato a termine da altri, forse da Rocco da Vicenza.

La chiesa fu retta a lungo dai Canonici Secolari di San Giorgio in Alga, la congregazione sorta a Venezia alla fine del sec. XIV attorno ad un gruppo di nobili (tra cui Lorenzo Giustiniani) che intendevano riformare la Chiesa tramite il ritorno alla vita comunitaria e la povertà. Alla chiesa si affiancò subito un monastero, dove i canonici secolari rimasero sino al 1668, quando l’ordine venne soppresso. In San Rocco subentrarono le Carmelitane di Santa Teresa, soppresse a loro volta durante la dominazione napoleonica. San Rocco divenne allora sede dell’Istituto dei bambini abbandonati, gli esposti. Attualmente la chiesa, aperta per le funzioni liturgiche, è visitabile su appuntamento.


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Architettura e arte

Particolarmente interessante dal punto di vista artistico è la struttura a navata unica, coperta da volta a padiglione con lunette laterali, che si conclude con un presbiterio con volta a crociera e abside pentagonale. Notevole il prezioso tabernacolo di S. Rocco, realizzato verso il 1655. Il coro centrale è costituito da una duplice fila di archi a tutto sesto, che sorreggono un doppio parapetto al cui centro è un bel crocifisso ligneo della prima metà del ‘400. Pregevoli alcune tele del Cinque e Seicento, tra cui opere del Maganza e dello Zelotti. Molto bella la Madonna della Misericordia, risalente agli ultimi decenni del ‘400, che proviene dall’Oratorio di S. Maria e S. Cristoforo.

Sul lato meridionale della chiesa si trova il suggestivo chiostro cinquecentesco. L’interessante opera architettonica vede un portico continuo che si sviluppa sui quattro lati, con nove archi a pieno centro su colonne joniche per ogni lato. La ricercatezza cromatica dell’alternanza del marmo bianco e di quello rosso ne sottolineano la simmetria armoniosa.

Originariamente sul portico doveva esserci solo un piano edificato, ma nel Settecento su due lati di esso ne fu aggiunto un secondo piano. Da notare la raffinatezza dei profilo delle finestre originarie e sul fianco della chiesa una finestra che contiene una croce, con ai piedi un teschio. Notevoli pure alcune porte architravate che si aprono nel chiostro, nonché la vera da pozzo posta al centro del cortile, vera che è stata scelta quale logo dell’Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa, le cui sale si aprono proprio sul chiostro.

L’Istituto ha occupato infatti dal 1975 al 2014 due lati del chiostro. Ne è centro la sala capitolare del complesso monastico, una sala dalle proporzioni molto armoniche, coperta da un soffitto a spicchi poggianti su capitelli pensili, con due alte finestre centinate che la rendono molto luminosa. Sulle pareti due tele della metà del Settecento di Costantino Pasqualotto. Accanto ad essa è un'altra sala, simile alla precedente ma di dimensioni minori, in cui si svolgevano i seminari. Tra le due alte finestre della parete settentrionale è una piccola edicola cinquecentesca con una cornice in pietra tenera che ospita una statua policroma raffigurante san Rocco.

Le sale dell’altro lato del chiostro ospitavano l’archivio dell’Istituto. Della struttura originaria non è rimasto che una piccola sala, quello che resta del refettorio delle monache. Sulla parete orientale di essa è un grande affresco cinquecentesco al cui centro è una Crocifissione, con i personaggi della Madonna, di Maria Maddalena e di Giovanni, mentre nei due scomparti laterali sono i due protettori dalla peste, san Sebastiano e san Rocco. Le tre parti del trittico sono inquadrate da elementi architettonici, gli sfondi delineano delicati paesaggi.


2016-12-01 Vicenza Condividi
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